Una legge tedesca per reprimere la libertà di parola

La sera del 20 ottobre, il parlamento tedesco (Bundestag) ha approvato, senza che l’opinione pubblica se ne accorgesse, una legge che limiterà fortemente la libertà di parola e penalizzerà l’espressione di opinioni diverse dalle “narrazioni” ufficiali. Quasi senza alcun dibattito parlamentare e presentata nella forma di un emendamento al disegno di legge “omnibus” su un tema del tutto diverso, questa legge prevede di punire chiunque banalizzi “grossolanamente” i crimini di guerra o il genocidio con un massimo di tre anni di carcere per incitamento all’odio.

L’emendamento all’articolo 130 del Codice penale è stato introdotto dopo che la Commissione europea aveva avviato una procedura d’infrazione contro la Germania, chiedendo che la legge tedesca fosse resa conforme a una legge dell’UE del 2008 (Decisione quadro 2008 / 913 / GAI del Consiglio, del 28 novembre 2008, sulla lotta contro le espressioni di razzismo e xenofobia mediante il Codice penale), ma in realtà, secondo gli esperti, va oltre.

Considerando quanto sia controverso definire che cosa costituisca un crimine di guerra o un genocidio e quanto sia complicato determinare chi abbia commesso quali atti nel corso di una guerra, per non parlare dell’ambiguità del concetto di “banalizzare grossolanamente”, la formulazione del testo adottato dal Bundestag apre la porta a ogni tipo di eccesso arbitrario. Secondo l’esperto legale di LTO e l’avvocato Hasso Suliak di Wolters Kluwer Deutschland, la criminalizzazione di atti “suscettibili di incitare all’odio o alla violenza e di turbare la quiete pubblica”, potrebbe essere estesa fino ad includere dichiarazioni fatte durante comizi o manifestazioni, ad esempio dichiarazioni favorevoli al presidente russo Putin.

Nel momento in cui un numero crescente di cittadini scende in piazza – e non solo in Germania – per protestare contro il coinvolgimento del proprio governo nella guerra in Ucraina e per chiedere la revoca delle sanzioni, le implicazioni sono agghiaccianti e sono state affrontate dal giurista e scrittore Wolfgang Bittner in un articolo su Nachdenkseiten. Questi sottolinea che la Procura e i tribunali avranno “un margine di discrezionalità estremamente ampio” nell’interpretare la disposizione. “In parole povere, significa che chiunque si esprimerà pubblicamente in modo indesiderato e disapprovato dalle autorità potrà (eventualmente) essere punito severamente”. Questo è “inequivocabilmente un altro passo verso la restrizione dei diritti fondamentali, in particolare la libertà di espressione, la libertà di stampa e la libertà scientifica”.

Ci si potrebbe anche chiedere se i tribunali useranno i loro poteri discrezionali per punire coloro che incitano alla violenza e all’odio contro i russi, tra cui l’ambasciatore ucraino in Germania.

Print Friendly, PDF & Email