L’unità di “guerra dell’informazione” di Kiev prende di mira l’Istituto Schiller e Helga Zepp-LaRouche

L’8 aprile, il Centro ucraino per la lotta alla disinformazione (CCD) ha pubblicato un nuovo “rapporto analitico” su una “campagna di disinformazione russa su larga scala” che sarebbe in corso in Germania. Nel riassunto del “rapporto” si afferma che “lo Schiller Institute, sotto la guida di Helga Zepp-LaRouche, è una piattaforma per la promozione di narrazioni consonanti con la propaganda russa”.

Tra le ragioni addotte per etichettare lo Schiller Institute e la sua fondatrice come propagandisti russi, spicca il fatto che la donna “sostiene il cosiddetto ‘campo della pace’ nelle sue attività e si oppone alla fornitura di armi all’Ucraina”. Inoltre, secondo il sito web del CCD, avrebbe affermato che:

– “la Russia è in guerra con la NATO” e “molte persone in numerosi Paesi sono estremamente preoccupate che questo possa portare a una guerra nucleare”;

– “le ‘elezioni’ in Russia si sono svolte in modo corretto”,

– “l’economia russa è più forte di prima”,

– Vladimir Putin sarà presidente di questo Paese per altri sei anni, se non di più, con un livello di sostegno ineguagliato da qualsiasi politico della NATO”,

– “La Russia è diventata molto popolare tra la maggior parte delle nazioni del mondo, soprattutto quelle africane, perché non solo è sopravvissuta, ma ha anche fatto progressi”.

Questo per quanto riguarda le ragioni addotte per colpire per la prima volta, esplicitamente, l’Istituto Schiller, dopo aver pubblicato, a più riprese, schede sulla sua fondatrice ed attuale presidente Zepp-LaRouche ed altre persone associate allo Schiller Institute nella sua infame lista di proscrizione.  (cfr. SAS 31-33/22, 1/23, 23/23).

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