La nuova Commissione dell’UE è un gabinetto di guerra
Non c’è limite al peggio. La nuova Commissione Europea presentata da Ursula von der Leyen il 17 settembre ha un profilo più favorevole alla guerra e più contrario agli interessi europei della precedente. Le cariche più importanti sono state assegnate alle minuscole repubbliche baltiche, notoriamente vicine agli interessi del Regno Unito e degli Stati Uniti. Kaja Kallas (Estonia), nota guerrafondaia, è il nuovo Alto Rappresentante per gli Affari Esteri e la Politica di Sicurezza. È nota per sostenere la balcanizzazione della Russia. Valdis Dombrovskis (Lettonia) è Commissario per l’Economia e la Produttività, il cane da guardia dei vincoli di bilancio; Andris Kubilius (Lituania) è Commissario per la Difesa e lo Spazio. Il suo Paese non ha né una industria di difesa né un’industria spaziale.
Due parole su Dombrovskis. È forse il Commissario più potente, perché può attivare procedure contro i Paesi che violino le nuove regole di stabilità, condizionandone la politica economica e quindi la sovranità residua. Con un passato da Ministro delle Finanze e Primo Ministro di un Paese che ha un bilancio di 10 miliardi di euro (meno di una nostra finanziaria) e che riceve 1,5 miliardi di euro di trasferimenti annuali dall’UE, Dombrovskis non si è trovato mai nella condizione di decidere dove e come tagliare, ma farà roteare la scure sui governi di un’Unione con un bilancio comunitario di 2.000 miliardi e un PIL totale di 15.500 miliardi.
Tra le altre cariche importanti, quella dell’Industria è andata a Stéphane Séjourné (Francia), noto per essere stato marito dell’ex Primo Ministro francese e amico intimo di Macron, Gabriel Attal, che lo aveva nominato Ministro degli Esteri; Teresa Ribera Rodriguez (Spagna), avvocato ed ex Ministro spagnolo, è responsabile della Transizione Pulita, Giusta e Competitiva. Ha chiuso le miniere di carbone in Spagna e sarà il maggiore avversario dell’industria automobilistica; Magnus Brunner (Austria) è Commissario per gli Affari Interni e la Migrazione. È contrario alla redistribuzione e i conflitti con gli Stati del Sud sono dunque programmati; Wopke Hoestra (Paesi Bassi) è Commissario per il Clima, la Crescita Pulita e la Decarbonizzazione. Fece notizia nel 2020 quando si oppose ai fondi per la pandemia in favore della Spagna e dell’Italia.
L’Italia ha ottenuto per Raffaele Fitto il desiderato posto di Vicepresidente Esecutivo (uno su sei!), ma il portafoglio è poco significativo.
Si veda qui l’elenco completo dei commissarî: https://commission.europa.eu/about-european-commission/president-elect-ursula-von-der-leyen/commissioners-designate-2024-2029_en.
Per quanto riguarda l’agenda prossima, Ursula von der Leyen ha dichiarato che “l’intera Commissione Europea seguirà le raccomandazioni di Draghi”, riferendosi al “Rapporto sulla competitività” presentato dal “vile affarista” (citazione di Francesco Cossiga) lo stesso giorno al Parlamento Europeo. Come abbiamo scritto, Draghi ha chiesto 700-800 miliardi all’anno per finanziare il riarmo e la transizione verde, da generare con una nuova emissione di debito comune dell’UE. Questo sarà impossibile, perché il governo tedesco si oppone. Al massimo, l’UE potrebbe riuscire a reinvestire i fondi del Next Generation UE a scadenza, ma non sarà sufficiente. L’altra opzione, un aumento del bilancio dell’UE, significa aumentare la pressione fiscale in una dimensione non accettabile dai contribuenti.
Inoltre, la Commissione sarà costretta a fare qualche concessione sull’agenda verde, come ha lasciato intendere lo stesso Draghi nella sua relazione. Il fallimento della strategia per la mobilità elettrica e la minaccia di fallimento dell’industria automobilistica europea sono sotto gli occhi di tutti. Il 20 settembre, l’Associazione Europea delle Case Automobilistiche (ACEA) ha sollecitato una revisione immediata degli obiettivi di emissione per evitare un suicidio industriale. In un comunicato stampa, l’ACEA ha chiesto di rivedere gli obiettivi subito, invece di aspettare fino al 2026, dato che le nuove severe norme sulle emissioni di CO2 entreranno in vigore a partire dal 2025.
Sia il Ministro dell’Economia tedesco Lindner sia il Ministro dei Trasporti italiano Salvini hanno appoggiato questa richiesta.
Per quanto riguarda le politiche estera e militare, invece, la nuova Commissione è orientata all’escalation. Il Parlamento Europeo le copre le spalle con la risoluzione votata il 19 settembre, che chiede di consentire a Kiev di utilizzare armi della NATO a lungo raggio per colpire in profondità il territorio russo. Tuttavia, molti membri della nuova “maggioranza Ursula” si sono opposti. In particolare gli italiani: sia la maggioranza sia l’opposizione hanno votato contro, facendo ben sperare nell’unità trasversale contro la guerra, unità su cui appoggiare un potenziale veto se si dovesse arrivare a un voto nel Consiglio dell’UE.