Economista italiano: la “Transizione Verde” mira a salvare le banche e non il pianeta

Il prof. Mario Giaccio, ex rettore della facoltà di Economia all’università di Chieti-Pescara ed ex direttore della rivista Journal of Commodity Science, Technology and Quality, ha smascherato la frode della cosiddetta transizione verde in un’intervista a La Verità il 1° settembre. L’intervistatore era il prof. Franco Battaglia, docente di chimica fisica all’università di Modena.

Il prof. Giaccio si scaglia contro la malvagia politica UE che stanzia 30 miliardi l’anno per “combattere la CO2”, sottraendo quelle risorse ai fondi per l’agricoltura. “In questo settore, il nostro paese perderà quasi 400 milioni di euro e la regione più colpita sarà la Puglia, con tagli per quasi 40 milioni di euro. Il tutto per fare diminuire di 16 parti per miliardo all’anno la quantitá di CO2 in atmosfera”. L’esperto fa notare che “curiosamente, il caos finanziario, dovuto all’uomo, è presentato come un evento naturale”, mentre “il cambiamento climatico, che è un fatto naturale, viene imputato all’uomo”.

A livello internazionale, “la green economy rappresenta lo sforzo per salvare il sistema finanaziario globale con una nuova gigantesca bolla finanziaria. Non a caso, l’IIF (institute of International Finance, che è il cartello della finanza globale), in una pubblicazione del 9 dicembre 2019 ha definito la green economy ‘il nuovo oro’.” La green economy, tuttavia è sovvenzionata dai governi altrimenti fallirebbe.

“Per capire chi governa il clima bisogna seguire i miliardi e i miliardari. Nel 2015, il Financila Stability Board della Bank for International Settlements ha creato la ‘task force per il clima’. Per consigliare ‘investitori istituzionali e assicurazioni sui rischi legati al clima’. Fanno parte della task force le maggiori banche mondiali, imprese di assicurazioni, fondi di investimenti, le grandi imprese petrolifere, siderurgiche, minerarie, chimiche, che rappresentano oltre 100 trilioni di dollari di capitale a livello globale. Il primo indice globale id titoli ambientali di alto livello è stato promosso dalla Goldman Sachs ed è finanziato dalle maggiori banche mondiali e da varie altre società. C’è anche un fondo di investimenti europeo, Breakthorugh Energy”, fondato alla COP26 da Bill Gates, Ursula von der Leyen e dal presidente della Banca Europea per gli Investimenti Werner Hoyer.

Questa politica fu adottata nel 2015 sotto l’Agenda 2030 delle Nazioni Unite, fa notare il prof. Giaccio, il quale osserva inoltre che “quando le multinazionali più influenti e i maggiori investitori istituzionali del mondo si schierano per finanziare una cosiddetta Agenda verde, sarebbe meglio chiedesi cosa c’è sotto le campagne pubblicitarie che cercano di convincere la gente comune a fare sacrifici inspiegabili per ‘salvare il pianeta’. Ecco perché il tema del clima, essendo ormai entrato profondamente negli interessi della grande finanza, non è più discutibile e non può più essere oggetto di dibattito. La realtà è che qui non si tratta della sbandierata transizione energetica, ma di transizioni finanziarie. La finalità dell’ideologia climatica non è il benessere del pianeta e dei suoi abitanti, è il benessere della grande finanza”.

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