Come gli USA volevano colpire la Russia e finirono con l’uccidere il dollaro

La decisione del governo americano di congelare le riserve della banca centrale russa, sconsigliata dalla Federal Reserve, è stata vista da molti come una svolta epocale che segna la fine del sistema monetario mondiale basato sul dollaro. Con quella decisione gli Stati Uniti hanno dichiarato insolvenza sugli obblighi di una moneta fiat e tutti i paesi del mondo ne hanno tratto una lezione. Essi diversificheranno le riserve, sostituendo i titoli denominati in dollari con altre valute e con l’oro. Di fatto, sta emergendo un nuovo sistema monetario basato su molteplici valute di riserva, come mostrano gli accordi tra Russia e Cina, Russia e India e le recenti dichiarazioni dell’Arabia Saudita.

In un articolo per la rete Al-Mayadeen Media di Beirut, Alastair Crooke, direttore del Conflicts Forum, si è chiesto se “i falchi russofobi di Washington” non avessero previsto “tali inaspettate conseguenze. C’era qualche grande strategia dietro il sequestro delle riserve russe, oltre alla cattiveria viscerale rivolta alla Russia?

“No, era solo l’impulso. Lo sappiamo perché sia la Fed che la BCE hanno detto di non essere state consultate, né sul sequestro, né sull’espulsione dallo SWIFT di sette banche russe, aggiungendo che si sarebbero opposte. Si è trattato di autolesionismo.

“E che ironia! Nello zelo di distruggere l’economia russa, i falchi americani hanno inavvertitamente aperto a Russia e Cina la possibilità di iniziare a creare un nuovo sistema monetario, sganciato dalla sfera del dollaro”.

Uno dei primi a parlare di “Bretton Woods III” (erroneamente presumendo che l’attuale sistema di cambi fluttuanti sia una Bretton Woods II) è stato l’analista del Credit Suisse Zoltan Poszar, il quale auspica che il nuovo sistema si basi sulla riserva aurea e sulle merci. Alla discussione si sono uniti altri economisti, nessuno dei quali sembra però afferrare la distinzione tra un sistema monetario e un sistema creditizio, così come definiti da Lyndon LaRouche. LaRouche disegnò una roadmap verso un nuovo sistema creditizio, una vera “Nuova Bretton Woods” nel fondamentale saggio del 2000 intitolato “Su un paniere di merci – commercio senza moneta”, che descrive le basi concettuali per una versione migliorata degli accordi di Bretton Woods del 1944.

Contrariamente alla versione britannica sugli accordi di Bretton Woods, adottata dagli apologeti moderni di John Maynard Keynes, il sistema di riserva aurea stabilito a Bretton Woods era l’opposto del gold standard britannico e, a differenza di questo, non fu concepito come un sistema coloniale globale.

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