Chi ha autorizzato l’UE a formare una partnership con la NATO?

Il 10 gennaio, la Presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, il Presidente del Consiglio europeo Charles Michel e il Segretario generale della NATO Jens Stoltenberg hanno firmato a Bruxelles una dichiarazione congiunta UE-NATO, che rappresenta un enorme passo avanti verso la subordinazione dell’UE all’alleanza militare globale. La dichiarazione congiunta in 14 punti chiede a tutti i 27 paesi membri dell’UE di assicurare “il massimo coinvolgimento possibile” nelle iniziative dell’Alleanza, definisce l’aggressione “brutale” della Russia la minaccia principale, seguita dalla “crescente assertività” della Cina.

La natura globale dell’alleanza geopolitica viene delineata al punto n. 12, dove si legge: “Poiché le minacce e le sfide alla sicurezza che affrontiamo si stanno evolvendo in termini di portata ed ampiezza, porteremo la nostra partnership al livello successivo, sulla base della nostra cooperazione di lunga data. Rafforzeremo ulteriormente la nostra cooperazione nei settori attuali e l’espanderemo e approfondiremo per affrontare in particolare la crescente competizione geostrategica, le questioni di resilienza, la protezione delle infrastrutture critiche, le tecnologie emergenti e dirompenti, lo spazio, le implicazioni del cambiamento climatico per la sicurezza, nonché la manipolazione e l’interferenza delle informazioni straniere”.

Non sono coinvolti solo i paesi membri della NATO, ma l’intera UE, come indicato al punto n. 13; così, Svezia e Finlandia, così come Austria, Cipro, Irlanda e Malta, vengono automaticamente iscritti alla NATO, che lo vogliano o meno, e che i loro Parlamenti lo abbiano votato o meno. Nel caso della Svezia, l’attuale veto posto dalla Turchia sarà inutile. “Incoraggiamo il massimo coinvolgimento possibile degli alleati della NATO che non sono membri dell’UE nelle sue iniziative. Incoraggiamo il massimo coinvolgimento possibile dei membri dell’UE che non fanno parte dell’Alleanza nelle sue iniziative”.

Per assicurarsi che tutti comprendano che cosa implica la nuova “partnership” nel breve termine, Ursula von der Leyen ha dichiarato, durante la conferenza stampa congiunta, che “l’Ucraina dovrebbe ricevere tutto l’equipaggiamento militare di cui ha bisogno e che può gestire per difendere la propria patria”, cioè, presumibilmente, senza eccezioni. Ma che dire delle obiezioni che potrebbero essere sollevate dai vari governi nazionali, eletti dai loro cittadini?

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